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2H Francais: Rocé – Identité en crescendo

Un tipo simpatico questo Rocé.

Tecnica lirica poesia e flow, tra rap, slam e poetry.

Del vero “conscient rap”, perchè Rocé è un flusso di coscienza continuo, tra giochi di parole (dei, ammetto, non comprendo ancora tutto) e la volontà di separarsi dagli stereotipi, separarsi dal gangsta e dal bling bligng.

Spingendo oltre, i suoi temi spaziano dalla filosofia di vita personale (Amitié et amertume, per esempio) a pezzi di profonda coscienza e quasi auto-analitici da far paura.

Seul, bellissimo.

La tecnica è assolutamente di alto livello, sia nell’arte del rap che in quella dello slam, anche se quest’ultimo rimane un mezzo, un esercizio, molto spesso per potersi esprimere in tutta libertà, in tutta complessità.

A livello musicale le basi rimangono su una forte impronta funky e black, nessuna concessione agli artifici moderni che si sentono nei pezzi rap “maggiori” (ma perchè?perchè vanno su Mtv?Bah!).

Qui le trombe sono trombe (per quanto campionate!), niente suoni distorti stile il clacson a muso di toro o sirene varie.

Veramente una bella scoperta.

Identité en crescendo (2006)

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L’Impero del Gatto

The Cat Empire sono un gruppo australiano di Melbourne, che si contraddistingue, come scrivono sul loro sito (www.thecatempire.com/The-Band/Band-Bio), per abbattere e superare le barriere, linguistiche, musicali e geografiche.

Il risultato sono degli album (l’ultimo, Cinema, uscito pochi mesi or sono) dove si viene sorpresi dalla capacità di tirare fuori l’inaspettato: dal pop rock al reggae, dalle sonorità elettroniche al molleggio funky più sfrenato (l’anima è assolutamente rock, comunque).

Spaziare nella musica, provare nuove soluzioni, nuovi melanges, la forza dell’ibrido è l’amore per la musica.

Aggiungo che questo gruppo, e in particolare il loro Live On Earth (2009) sono stati un po’ la colonna sonora di alcuni momenti molto particolari e intimi che ho passato nell’ultimo periodo, quindi non potevo non scriverne.

Visto che mi sono espanso anche su Deezer, potete ascoltare Live On Earth direttamente da là.

The Cat is Back

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Compagno, compagna, compagne e compagni…

da Angelo Orsi via Militant

La sua etimologia, i suoi tanti impieghi linguistici, la sua
“romantica” bellezza: compagno vale assai più, semanticamente, di
amico, su un certo piano; o di marito (o moglie), su un altro. Compagno
è la persona con cui compartisci beni, materiali e spirituali. Compagno
è colui (o colei) con cui dividi il pane; ma, aggiungo, pure le rose,
spesso. Compagno è chi tu percepisci accanto anche quando è lontano e
irraggiungibile. Compagno è chi è in stato di empatia con te: sente,
soffre, gioisce degli stessi avvenimenti, pur se si trova a migliaia di
chilometri di distanza dal luogo in cui tu sei. Compagno è alleato,
amico, sodale: tuo concittadino, tuo familiare, tuo convivente: nelle
idee, nei sentimenti, negli ideali; o nella pratica quotidiana.
Compagni, prima ancora di dichiararsi, ci si avverte reciprocamente, ci
si riconosce, come nell’innamoramento.


Se un altro percepisce nei tuoi stessi termini un’ingiustizia,
commessa su altri, una situazione di disuguaglianza, di sfruttamento,
di oppressione: ecco un compagno. Così era. Così sarà, finché v’è chi
crederà nei valori – questi “sacri” davvero – della triade Liberté
Egalité Fraternité. Per crederci non è necessario essere “comunisti”,
come non lo erano i rivoluzionari del 1789. Se quei giovani
contestatari non lo sentono, mi dispiace per loro. Non per questo noi
rinunceremo a servirci di quella parola, che, evidentemente, a loro non
si addice. E che essi non meritano.

Angelo d’Orsi

(22 giugno 2010)

Non c’è "post", tra compagn*...

Riscoprire significati, origini di valori fondanti lo stare insieme umano, libero e solidale è operazione importante di preparazione, rinforzo e ispirazione in questi anni offuscati dal grigio della notte padana.

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Libri / Feu au centre de retention

Mia recensione del libro appena finito di leggere, tra un metro e qualche festa pazza (figa la pratica di portarsi i libri in tasca, anche alle feste!).

More about Feu au centre de rétention

Questo libro da la parola direttamente ai sans papiers reclusi nei Centri di Retenzione Amministrativa (CRA – i corrispondenti dei nostri CIE), aprendo una breccia, facendo finalmente diventare “materia”, cartacea, le voci, i rumors, le piccole storie che circolano nella società sulla vita all’interno di questi “campi” del nuovo millennio.
Non sono leggenda le violenze, il razzismo, istituzionale e diretto, le automutilazioni all’interno dei Centri per Migranti (in Francia, in Italia e ovunque esistano come dispositivo di controllo della migrazione attraverso la “polizia”: reclusione ed espulsione).

Continued…

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Coerenza orientale – Solidarietà a Femminismo a Sud

Lui – "Puttana!Spero che un negro ti stupra!"

L’altro –  "Lo sai che ho letto da qualche parte che chi odia le donne lo fa per omosessualità repressa?O almeno in parte, boh che ne so…"

Lui –  "Cooosa??!!Mi stai dando del frocio???Stai dando del frocio a me brutto ricchione di merda amico delle zoccole???Ma va a fartelo mettere in culo da negro"

Lui – "Pss!Cmq, per sicurezza, mi sono fatto evirare…"

 

Solidarietà alle sorelle!


Ci credo che non te la danno, non sai parlare! 

p.s.: Solidarietà anche ai congiuntivi e alla lingua italiana in genere, sigh!

Bambini che leggete: non diventate così: brutti brutti, ignoranti (scemi, nel linguaggio dei bambini), e repressi (cattivi oppure "puzza via brutto cane").

Tanti baci alle bimbe! 

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Redcat su UN 2

Sempre per "archivio" ;P

http://www.umanitanova.org/node/18002

e sempre in ritardo!(ma non è colpa mia se non me le segnalano ste cose!).

In questo articolo analizzo un po’ il "Piano" della "nuova destra", stimolato dalla lettura di L. Fabbri, La Contririvoluzione preventiva.

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Reddito Sociale (anticipo): Quello che prendiamo è solo una piccola parte…

Lasciatemi spendere due parole sulla nuova categoria di questo blog che trovate nel bellissimo widget nella colonna qui a destra.

Reddito Sociale (anticipo) –>|

Sta ad indicare due cose:

1) "Quello che ci prendiamo – con il file sharing – è solo una piccola di ciò che ci spetta"

Il sapere, la musica, la scrittura e l’arte in generale, sono dei prodotti sociali. In quanti tali "spettano" a tutt* noi che viviamo e costruiamo tutti i giorni con le nostre "misere" (ma anche straordinarie) esistenze gli scenari, gli spunti, a volte le storie stesse che vengono poi, più o meno magistralmente, sintetizzate in un’opera artistica (non dico "prodotto", perchè, sebbene la forma-merce rappresenti, appunto, la Forma dell’opera artistica nell’epoca "della sua riproducibilità tecnica", in questo modo si può dare un’interpretazione "estensiva" sia dell’"opera", come "qualsiasi cosa che contenga dell’arte", sia dell’"arte" o meglio dell’attributo "artistico", come "tutto ciò che è in grado di esprimere una poetica della società"). E’ chiaro, quindi anche, che nessuno vuole togliere il merito agli autori, un merito assolutamente "meritato" e "meritevole". Se non lo capite, provate a mettere dieci euro nel lettore CD, e vedete cosa succede ;P

Nell’epoca della "riproducibilità tecnica (tendenzialmente) infinita"
(la Rete), tutto ciò, oltre ad essere Giusto, e, in un certo senso,
anche dovereso, è oltretutto Possibile.

2)  "Quello che ci prendiamo è solo una piccola parte di quello che ci prenderemo"

Il sapere serve ad esistere, ad "essere nel mondo".

Semplicemente, "noi saremo tutto!".

Buon sharing!

"Un: peer al giorn, lev ‘l medique d’ torn!"

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Dargen D’Amico – Musica senza Musicisti (2006)

Questo album non è piaciuto, nell’ambiente.
Almeno così dicono gli esperti (però quelli che ne sanno che conosco lo amano tutti, com’è?).

Perchè è un album difficile, è sempre difficile digerire qualcosa che non si era mai provato prima.
Questo album è una frontiera scavalcata, un cancello disarcionato, è un
tipo che ti entra in casa, prende una birra dal frigo ed esce dalla
porta sul retro senza dire una parola.

Dargen D’Amico
confeziona un pacchetto esplosivo, stupefacente e sublime, nel senso
ottocentesco di unione di bellezza e brutezza, un livello oltre tutti i
canoni del genere (sarà per questo che non è piaciuto?).

Continued…

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“Sono più frocio io che porto la gonna, o tuo padre che picchia la sua donna”? Estratti Dargen (D’Amico)

Oh, che vi devo dire, mi prendo tutta la responsabilità di quello che dico: DaD’A è il DeAndré dell’Hip Hop…e il bello che non fa neanche Hip Hop!Molto di più…molto di più…

Alcuni estratti della Dargen-sofia (a proposito di uomini&ommini!):

"
Ho una visione distorta dell’orgoglio
Mi faccio anche inculare però non mi spoglio
"

"
E ti dirò la stessa frase che avrei detto a Gesù:
Non mi scandalizzo se hai figli segreti
Mi scandalizzo se non li mantieni, come i segreti

"

"

Ieri un giovane mi ha mandato una mail
Dicendomi non ti ascolto più perche si dice che sei gay
Figlio mio, sono più frocio io che porto la gonna o tuo padre, che picchia la sua donna

"

SPESSORE

(di seguito il testo completo della canzone da cui sono tratti questi estratti di trattati di teoria filosofica)

Continued…

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L’ultimo album di Dj Gruff: Sandro O.B.[+CADEAU]

Ma quanto è bello l’ultimo album di DJ Gruff??!!!

Dj Gruff, Sandro O.B.

No, parliamone, perchè sono tre giorni che lo ascolto, da quando sono tornato qui a Paris, e non sono riuscito nemmeno ad uscire a comprare un pain au chocolat!

Prima di tutto: il BEAT.

Intro: erano anni che ho iniziato la mia ricerca personale su un beat hip hop che, finalmente mettendosi al passo col resto della musica mondiale, si lasciasse contaminare dall’elettronica, ma senza perdere le sue caratteristiche di “Beat Hip Hop”®.

Da quando, insomma, mi capito di ascoltare D’Argen D’Amico insieme ai Club Dogo nel lontano (soprattutto musicalmente e a livello di contenuti rispetto ai Dogo odierni) Mi Fist (nel pezzo Tana 2000).

L’ascolto di Musica senza musicisti (Dio: che ti si possano bruciare tutti gli hard disk di Canti Celesti anche a te!)mi provoca ancora oggi delle profonde crisi identitarie, a causa del mix assolutamente esplodente e geniale di metriche nuove, musica elettronica (evviva!), e concept/ambientazioni/storie da Paura e Delirio (tranquilli, figli della Gelmini, non si parla propriamente di droghe, anche se sicuramente se ne assumono parecchie, in questo album).

Ma veniamo al Maestro Gruffetti.

Ok, che fosse un ottimo, ma che dico, IL MIGLIORE BeatMak…Dj…rapp…mmm…IL MIGLIOR DJ GRUFF in circolazione (ah!) già si sapeva, ma in questo ultimo (speriamo non in assoluto) lavoro la sperimentazione sulla scelta dei suoni sfonda appunto quella barriera dell’elettronica, andando a creare un groove assolutamente unico e nello stesso tempo inconfondibilmente marchiato [DJ GRUFF]™!

Qualche spunto, come fanno i bravi recensori (ma ci sarebbe da scrivere un articolo su ogni pezzo, perchè è veramente assurdo, questo album!).

Si comincia assolutamente in stile Gruffetti Old School, con 1 500 lire, un pezzo dove fin dal principio Sandro riprende vecchie rime e ritorna al momento in cui tutto cominciò:

Continued…

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