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D.E.P. 3° Puntata: “Skater Boy o, Lo Stile”

"Skater boys: lo stile"
Nel piccolo parco in cui mi avventuro 3 giovani pressapoco della mia età (25/30 anni) si stanno allenando su una rampa da skate, una "pipe".
Il primo, bianco, rasato e muscoloso, sembra essere più grande degli altri, ma "nuovo" della "pool".
Prova una serie sempre uguale di "tricks": grind 50-50 (che esegue quasi sempre ottimamente), hang-up in varial e, infine, tenta un jump 90° che si rileverà essere la sua bestia nera. Ogni tanto, forse per spezzare la noia, aggiunge un tentativo di hellflip che lo fa puntualmente finire a terra e scatena le risa dei "compagni".
Il secondo a salire in rampa è un ragazzo di colore (sul beur) con una folta chioma di ricci (sembra la versione atletica di Esa ;P).
Anche lui prova gli stessi tricks del compagno, all’inizio con maggior maestria; poi si attacca al cellulare e passerà il tempo restante a commentare le gesta degli altri, a fornire consigli e perfezionare appuntamenti per telefono.
Il terzo è decisamente il più giovane, sui 25 anni, mostra a torso nudo le ore passate in palestra. Di tanto in tanto lancia un’occhiata dove nel frattempo ho trovato da sedermi per ammirare con più calma, sigaretta, le loro gesta.
A un certo punto il tipo dalle sembianze "afro" dice, da quello che ho capito dal suo francese veloce e tagliato, che sta andando ad un rendez-vous vicino ad una stazione della RER di cui non comprndo il nome, invitando il "socio" più giovane ad accompagnarlo.
Finisco la sigaretta e, lentamente, me ne vado, lasciando di fatto il parco a due ragazzini "black et beur" che nel frattempo hanno preso possesso del campetto da calcetto à coté della rampa: il più giovane, di evidenti origini maghrebine, ha un ottimo tiro, preciso e potente, per la sua età; il "black" è decisamente più grosso, meno tecnico. Come si dice nell’ambiente calcistico: "E’ nato per fare il difensore". O "sperare di diventare grasso" [cit. Paolini, Aprile] e darsi al rugby, primo sport nazionale francese.
Faccio un altro giro passando ai piedi di altri palazzoni. Le auto parcheggiate confermano l’estrazione popolare dei proprietari: piccole utilitarie, vecchie Renault dai colori ingialliti, cheap but not so poor!
Ora davanti a me camminano due ragazze, adolescenti, di colore; sfoggiano un abbigliamento molto "vistoso", stile un po’ "cool gangsta queen" che in Italia non ha termini di paragone.
Una delle due è anche veramente molto bella.
Ha i capelli ricci, tenuti insieme in una lunga coda da cui sfuggono, ribelli, numerose ciocche. Ha decisamente "stile".
Già dal modo di camminare, si capisce che è cosciente di tutto ciò e che, se possibile, tenta di accentuare ancora di più con le movenze il suo fascino.
Ciò è confermato anche dall’atteggiamento "gregario" dell’amica, comunque carina, che le cammina di fianco, girandosi spesso per interpellare l’amica che, invece, rimane con lo sguardo fisso in avanti a "sfidare" la  strada, i palazzi e le auto parcheggiate.
Non ci sono altre persone a parte noi sulla strada. Il sole è ancora alto e caldo.
Curva a destra, discesa[…]

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