da Angelo Orsi via Militant
La sua etimologia, i suoi tanti impieghi linguistici, la sua
“romantica” bellezza: compagno vale assai più, semanticamente, di
amico, su un certo piano; o di marito (o moglie), su un altro. Compagno
è la persona con cui compartisci beni, materiali e spirituali. Compagno
è colui (o colei) con cui dividi il pane; ma, aggiungo, pure le rose,
spesso. Compagno è chi tu percepisci accanto anche quando è lontano e
irraggiungibile. Compagno è chi è in stato di empatia con te: sente,
soffre, gioisce degli stessi avvenimenti, pur se si trova a migliaia di
chilometri di distanza dal luogo in cui tu sei. Compagno è alleato,
amico, sodale: tuo concittadino, tuo familiare, tuo convivente: nelle
idee, nei sentimenti, negli ideali; o nella pratica quotidiana.
Compagni, prima ancora di dichiararsi, ci si avverte reciprocamente, ci
si riconosce, come nell’innamoramento.
Se un altro percepisce nei tuoi stessi termini un’ingiustizia,
commessa su altri, una situazione di disuguaglianza, di sfruttamento,
di oppressione: ecco un compagno. Così era. Così sarà, finché v’è chi
crederà nei valori – questi “sacri” davvero – della triade Liberté
Egalité Fraternité. Per crederci non è necessario essere “comunisti”,
come non lo erano i rivoluzionari del 1789. Se quei giovani
contestatari non lo sentono, mi dispiace per loro. Non per questo noi
rinunceremo a servirci di quella parola, che, evidentemente, a loro non
si addice. E che essi non meritano.
Angelo d’Orsi
(22 giugno 2010)
Non c’è "post", tra compagn*...
Riscoprire significati, origini di valori fondanti lo stare insieme umano, libero e solidale è operazione importante di preparazione, rinforzo e ispirazione in questi anni offuscati dal grigio della notte padana.
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