Consiglio vivamente la lettura di Kropotkin, che rivela attenzione su temi di grande attualità, dalla crisi della forma Stato alla divisione del lavoro manuale ed intellettuale, ai brevetti e la proprietà intellettuale (scriveva a fine ‘800!), partendo da un tentativo di fondazione scientifica dell’anarchismo (con importanti note anche sulla sociologia, che condivido da sempre, senza saperlo).
I temi e la particolare posizione di Kropotkin sembrano riecheggiare alcune analisi di Toni Negri, solo che Kropotkin era anarchico! L’attenzione all’esperienza dei Comuni (e DELLE Comuni) riesamina l’esperienza medioevale portanto allo scoperto le caratteristiche di autonomia e autogoverno, molto simili ad alcuni tratti del concetto di “comune” caro a Negri, ma in un’ottica consapevole della necessaria fondazione “autogestita” e non separata dell’autogoverno (quindi un “federalismo” su piani completamente diversi da quello leghista, fatto di “protezionismo culturale” e libero mercato).
Secondo me è attualissima la proposta della doppia integrazione di Kropotkin: integrazione di città e campagna, e di agricoltura e industria, per rompere il totalitarismo cittadino e la colonizzazione sempre più massicia delle campagne (nonché utile per risolvere l’annosa questione delle periferie urbane che finalmente acquisterebbero una loro autonomia anche funzionale e non subordinata ai centri cittadini).
Ed integrazione tra lavoro manuale ed intellettuale, che da un punto di vista individuale porterebbe alla completa soddisfazione personale e dal punto di vista sociale creerebbe un mondo di produttori formalmente uguali (si può riassumere ciò nella formula “liberi ed uguali”).
Allegato al numero 349 di “A rivista anarchica” del dicembre 2009 – gennaio 2010 c’è una lettura di Kropotkin, in cui sono riportati degli estratti su questi temi da diversi suoi libri scritti tra il 1885 e il 1912.
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