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Routes de France / Marsiglia, primo giorno

"Marseille, elle est la meilleure ville du monde. N’y a pas d’autre come ça, au monde"
Massilia Sound System, 3968 CR 13

Golfo di Marseille - luce della sera

Marsiglia (Massilia, in Occitano) è davvero una città spettacolare.
C’è il porto che affaccia sul mar mediterraneo dopo aver percorso un fiordo per metà baciato dal sole e per metà all’ombra la maggior parte della giornata.
Ci sono le colline, svariate piccole alture che movimentano l’incedere delle auto e dei pedoni.
Giusto in parte al porto, nella metà ad hombra, dalla duna si staglia la Notre Dame de Marseille, una chiesa stupenda a strisce bianche e nere di marmo e roccia. Sullo stesso promontorio, il pharo, una villa con giardino enorme che occupa la punta della penisola e un’abbazia che sembra tanto un carcere.

Sull’altra sponda del porto, quella baciata dal sole e, per questo, luogo di passegiate di marsigliesi, turisti, semplicemente stranieri di passaggio più o meno lungo: "Salam Aleyqum" – diceva il bambino tenuto per mano dal nonno evidentemente musulmano praticante e fiero del nipote che apprendeva in fretta le basi della religione. "Aleykum Salam", risposi, mentre seduti su una panchina sorseggiavamo una bottiglia di Languedoc che valeva tutti i 4 euro lasciati ad una cave qualche centinaio di kilometri prima di arrivare a Lyon – ragazze ben vestite di tutti i colori passano mano per la mano e si parlano all’orecchio ad alta voce, suscitando gli sguardi dei giovani seduti sulle panchine, tra cui il nostro.

Le file di bar e ristoranti lasciano la punta di quest’altra penisoletta ad una fortezza costiera in mattoni d’argilla, massiccia e imponente nella sua rozzezza. Giusto sotto le sue mura, affacciate sul mare aperto, decine di persone prendono il sole a torso nudo (è il 5 Marzo e ci sono circa 7 gradi), bevono in compagnia degli amici, condividono con l’amante il primo sole primaverile.

Sul lato nascosto del "castello sul mare", ci sono lavori. Cemento, strada, su cui corre un ragazzino col suo motorino evidentemente appena comprato in via di un primo "rodaggio". Nell’angolo del cantiere, macchine appartate proteggono le coppie che non hanno saputo resistere al risveglio ormonale stagionale (sono le 4 di pomeriggio). Quasi a voler marchiare quel luogo in via di ricostruzione come luogo "dei piaceri", tre uomini giocano con macchine a benzina telecomandate, facendole schizzare sull’asfalto rattoppato della strada chiusa. Soffia un vento forte e freddo, che contrasta col timido calore del primo sole, a ricordarci, quasi volesse farlo apposta, che siamo tuttavia in Francia, terra "straniera". L’odore del mare risveglia nel mio compare il ricordo di una Sicilia fantastica. Ci godiamo "chistu sole e chistu mare" fino alla fine, fino all’ultima goccia di luce.

Posted in Creature, DiARIO, In Caput Mea, In Progress, Partenze, Riflessioni Personali, Sociologia, Tempi Moderni.