Ancora una volta, la storia di Federico Aldrovandi.
Questa volta raccontata da un giornalista e un operatore professionisti, che fanno un ottimo lavoro di inchiesta ritracciando tutte le fasi della vicenda che vedrà 4 poliziotti condannati per la morte di un ragazzo, Federico.
Una brutta storia di cronaca di provincia che è diventata, grazie alla costanza e alla tenacia, anche di fronte all’aberrante chiusura e “spirito di corpo” della Polizia italiana, della familgia Aldrovandi, un “caso italiano”, per certi versi paradigmatico.
Prima con un misero blog, poi col supporto di amici e qualche giornalista illuminato, sono riusciti a non far cadere il silenzio intorno alla vicenda ed a strappare letteralmente un processo dal quale uscirà che i poliziotti intervenuti in via dell’Ippodromo, a Ferrara, hanno “morto” Federico a suon di botte, rompendogli addosso ben due manganelli.
Vendemmiati, con saggezza e senza sensazionalismo, annuncia infine la scoperta di una possibile nuova pista tutta da indagare sui motivi che portarono Federico, quella sera, ad “incontrare” proprio “quella” pattuglia, con “quei” poliziotti a bordo.
E il “mistero” delle “due voci”, udite nel giardinetto in fondo al vicolo dalla signora che chiamò la Questura quella sera: “Ci sono due nel parchetto che stanno urlando” – “Sono due, signora, è sicura” – “Beh, si, io non li vedo ma ho sentito due voci, uno urlava, sbraitava”.
Nel libro allegato al Dvd (che è il racconto principale) sono contenute infine le trascrizioni delle testimonianze, dei documenti e gli articoli e le lettere della mamma e del papa di Federico.
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